ANNIBALE MARIA DI FRANCIA

(Messina, 5 luglio 1851 – 1 giugno 1927).

É stato un sacerdote italiano, di nobile famiglia messinese, fondatore della Congregazione dei Padri Rogazionisti e della Congregazione delle Figlie del Divino Zelo. Da giovane diacono egli rinunciò a tutti i beni di famiglia e trascorse molto tempo nel degradato quartiere Avignone di Messina, aiutando poveri e malati. È stato proclamato santo dal papa S. Giovanni Paolo II nel 2004.

 

Biografia

All’anagrafe Annibale Maria era il terzo dei quattro figli del cavaliere Francesco Di Francia, dei marchesi di Santa Caterina dello Ionio, vice concole pontificio e capitano onorario della Marina reale borbonica. Sua madre era la nobildonna Anna Toscano dei marchesi di Montanaro, figlia del commissario Guglielmo e di donna Matilde dei Marchesi di Montanaro e sorella di don Giuseppe Toscano, sacerdote, giornalista e direttore del giornale La Parola Cattolica.

                   Cav. Francesco di Francia.        Donna Anna Toscano

Il cavaliere Francesco aveva un fratellastro, Raffaele, monaco cistercense e professore di lettere e filosofia al Collegio dei gentiluomini, e una sorella, Maria Luisa, moglie del patriota e storico messinese Giuseppe La Farina, uomo di fiducia del conte Cavour. A tutti e quattro i figli (Giovanni, Caterina, Annibale, e Francesco) oltre a quello prescelto venne dato il nome di Maria. Giovanni divenne giornalista, ma morì molto giovane.

Caterina si sposerà con Antonio Montalto, ma anche lei morirà giovane. Annibale divenne orfano di padre il 23 ottobre 1852, ancor prima di compiere il secondo anno di vita e, forse, da questo luttuoso evento personale nacque in lui quella particolare sensibilità verso gli orfani che contraddistinse tutta la sua opera.

Il piccolo orfano conobbe anche il distacco dall’affetto materno, venendo affidato ad una anziana zia, a causa dell’impossibilità di gestire i figli della madre ventitreenne, ma nel 1859, quando un’epidemia di colera colpì la città dello stretto, anche la zia venne a mancare ed Annibale Maria ritornò nella casa materna assieme al fratello Francesco.

A sette anni Annibale Maria iniziò gli studi presso il Collegio dei gentiluomini dai monaci cistercensi del convento di San Nicolò di Messina, ove insegnava lo zio paterno Raffaele Di Francia. Un giorno nella mensa entrò un mendicante, che venne immediatamente schernito dai ragazzi del collegio. Allora Annibale, che era solito donare il suo pasto ai poveri che venivano a chiedere l’elemosina, si alzò e donò la sua razione di cibo a quell’uomo.

Nel 1860, a seguito dell’entrata di Garibaldi a Messina, la famiglia Di Francia fu costretta a scappare a Napoli. In seguito torneranno a Messina, dove Annibale potrà continuare i suoi studi.

Intelligente e di chiarissime capacità umanistiche, ad appena diciotto anni sentì fortissima la chiamata del Signore e, completati gli studi, l’8 dicembre 1869 avvenne la cerimonia della vestizione nella chiesa di Maria Immacolata a Messina. Tra il 1872 ed il 1873 Annibale Maria ricevette gli ordini minori, il suddiaconato e il diaconato. Il 16 marzo 1878, a 27 anni, venne ordinato sacerdote nella chiesa dello Spirito Santo.

L’incontro con il cieco Zancone.

Qualche mese prima della sua ordinazione sacerdotale, un incontro particolare segnò per sempre la vita terrena del giovane Annibale Maria. Egli era da sempre sensibile e generoso nell’incontro con i diseredati e i bisognosi, ma quel povero che aveva davanti gli aprì una nuova visione della carità cristiana. Questi era il cieco Zancone, un povero uomo che veniva schernito da alcuni ragazzi. Allora Annibale lo prese con sé, lo portò a casa sua, lo vestì e lo mise a letto. Quando si avvicinò a Zancone per baciarlo, il volto del povero mutò e prese posto quello di Gesù. Allora Annibale baciò ripetutamente il volto di Cristo.

Quell’uomo lo mise a contatto con la triste realtà sociale e morale del quartiere periferico più misero di Messina, le cosiddette Case Avignone, di proprietà dei marchesi Avignone. Egli si inoltrò nella miseria reale dei bassifondi cittadini, dove trovò un quartiere di baracche addossate l’una all’altra, sporcizia, squallore e tanta disperazione. Lì ebbe inizio il cammino dell’opera caritatevole di sant’Annibale Maria.

Messina. Case Avignone.

Padre Annibale Maria, sin da giovane intuì, per dono di Dio, l’importanza della preghiera per ottenere “Uomini santi e sacerdoti eletti”. In seguito restò sorpreso e compenetrato quando scoprì nel vangelo quelle divine parole di Gesù: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Mt 9,35-38; Lc 10,2) e sentì quel comando come rivolto a lui perché ne diventasse apostolo e propagatore.

Nel suo ministero sacerdotale tra i poveri del quartiere Avignone di Messina, sperimentò la drammaticità della “messe” senza pastore e di fronte alla “pochezza” delle sue forze trovò nella parola del Signore la risposta al bisogno di salvezza dell’umanità. Maturò quindi l’idea di fondare due comunità religiose le quali, condividendo la compassione di Cristo per le folle abbandonate e disperse, si impegnassero con voto a obbedire al comando di Gesù “ROGATE”.

Diede il nome di Figlie del Divino Zelo del Cuore di Gesù all’Istituto femminile (19 marzo 1887) e di Rogazionisti del Cuore di Gesù a quello maschile (15 settembre 1901).

Con la paterna benedizione del suo vescovo, mons. Guarino, egli andò a vivere in quel “ghetto”, dove impegnò tutte le sue forze morali e materiali per affrancare a tutti i costi quei derelitti, soprattutto i bambini, da quelle condizioni di miseria materiale e morale. In mezzo a quelle casupole, il giovane sacerdote Annibale Maria diede inizio ad una scuola per i maschietti e ad un asilo per le bambine. Non fu un’esperienza facile: incomprensioni, ostilità e minacce caratterizzarono quell’embrione di carità cristiana, ma egli superò ogni ostacolo con l’aiuto della sua grande fede.

La Fondazione dell’Opera femminile

Gli inizi dell’opera pia di padre Annibale Maria furono travagliati. Egli decise di andare fino a Galatina, dove viveva Melania Calvat, la veggente francese che aveva avuto l’apparizione della Madonna a La Salette, in Francia nel 1846, convincendola a seguirlo a Messina per coadiuvarlo nella fondazione delle figlie del Divino Zelo. Dal 1887 e fino ad ottobre del 1898, Melania Calvat diresse l’Opera femminile, permettendo a padre Annibale di dare l’abito religioso alle prime quattro suore. A queste si aggiungeranno suor Nazarena Majone (dichiarata Venerabile dalla chiesa cattolica nel 2003), e Carmela D’Amore. Madre Nazarena Majone è stata la prima superiora generale delle Figlie del Divino Zelo.

Sant’Annibale                                                       Madre Maria Nazarena Majone
con la veggente Melania Calvat                       Prima Superiora Generale delle
a Messina                                                                               Figlie del Divino Zelo

Nel 1895 si affiancherà a padre Annibale il primo sacerdote rogazionista, Francesco Bonarrigo. Padre Annibale chiese al Comune il permesso di utilizzare il monastero abbandonato dello Spirito Santo. Il permesso venne dato e, il 7 giugno 1895, padre Annibale, le orfane, le suore e i sacerdoti dell’ordine raggiunsero il monastero. Nel 1902 sant’Annibale aprirà, con l’aiuto di madre Nazarena, un altro orfanotrofio a Taormina, ed un altro ancora nel 1903 a Giardini Naxos.

Le suore Figlie del Divino Zelo ebbero dunque inizio a Messina il 19 marzo 1897, nei due rifugi delle orfanelle già attivi dal 1882: il piccolo rifugio del Cuore di Gesù e il rifugio di Maria Immacolata. Nel 1895 l’orfanotrofio fu trasferito nel monastero dello Spirito Santo, dove le suore presero l’abito marrone delle Carmelitane. Il fondatore, padre Annibale Maria, consegnò loro il comando di Gesù: “Rogate ergo Dominum messis ut mittat operarios in messem suam” (Pregate il Padrone della messe che mandi operai nella sua messe, Mt 9,38). Inoltre, presso l’istituto sant’Antonio di Corato, presso Bari, che ospitava le suore del Divino Zelo, visse per qualche anno la Serva di Dio Luisa Piccarreta, della quale padre Annibale era confessore.

Gli Istituti Antoniani

L’Opera apostolica degli orfanotrofi ebbe inizio nel 1882. Posti sotto la protezione di sant’Antonio di Padova, gli istituti di padre Annibale Maria furono improntati al clima della famiglia, con lo scopo di offrire la formazione completa del piccolo ospite, sia morale che materiale, secondo gli insegnamenti della famiglia cristiana.

La missione antoniana ben presto superò i confini della città di Messina, per creare istituti in tutto il mondo. Come aveva auspicato lo stesso padre Annibale:

«Che cosa sono questi pochi orfani che si salvano e questi pochi poveri che si evangelizzano dinanzi a milioni che si perdono e sono abbandonati come gregge senza pastore? Cercavo una via d’uscita e la trovavo ampia, immensa in quelle adorabili parole di nostro Signore Gesù Cristo: Rogate ergo Dominum messis. Allora mi pareva di aver trovato il segreto di tutte le opere buone e della salvezza di tutte le anime ».

Per realizzare i suoi progetti missionari, fondò due nuovi ordini religiosi: nel 1887 la Congregazione delle Suore Figlie del Divino Zelo e, nel 1897, quella dei Padri Rogazionisti. I membri di questi nuovi ordini religiosi, approvati canonicamente il 6 agosto 1926, si impegnarono a vivere il Rogate, ossia la preghiera per le vocazioni, come quarto voto. Nel 1909 il padre fondatore scrisse al papa Pio X:

«Mi sono dedicato fin dalla mia prima giovinezza a quella santa Parola del Vangelo: Rogate ergo. Nei miei minimi Istituti di beneficenza si leva una preghiera incessante, quotidiana dagli orfani, dai poveri, dai sacerdoti, dalle sacre vergini, con cui si supplicano i Cuori Santissimi di Gesù e Maria, il Patriarca San Giuseppe e i Santi Apostoli perché vogliano provvedere abbondantemente la Santa Chiesa di sacerdoti eletti e santi, di evangelici operai della mistica messe delle anime.»

Oggi le Congregazioni delle Figlie del Divino Zelo e dei Rogazionisti del Cuore di Gesù, sono presenti nei cinque continenti per proseguire la missione iniziata da Padre Annibale Maria.

Il 20 febbraio 1927, padre Annibale Maria celebrò la sua ultima santa messa. Il 15 marzo 1927,  nella sua casa di Fiumara Guardia, dove sorge il santuario della Madonna della Guardia, padre Annibale ricevette l’unzione degli infermi e morì all’età di 76 anni, il primo di giugno del 1927. Nell’ultimo omaggio la gente di Messina diceva: «Andiamo a vedere il santo che dorme». I funerali si svolsero il 4 giugno in un clima di grande partecipazione. Il sacerdote venne tumulato nel tempio della rogazione evangelica, che lui stesso aveva dedicato al divino comando: «Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe».

Dopo la morte di padre Annibale Maria: eventi miracolosi

Gli eventi miracolosi che furono attribuiti all’intercessione di padre Annibale Maria di Francia, e che hanno accompagnato il processo di beatificazione fino alla canonizzazione, furono la guarigione della piccola brasiliana Gleida Danese e della piccola filippina Charisse Nicole Diaz.

Padre Annibale Maria fu beatificato la domenica 7 ottobre del 1990, e proclamato santo sul sagrato di san Pietro, dal papa san Giovanni Paolo II, la domenica 16 maggio del 2004. Sant’Annibale Maria Di Francia, è l’apostolo della preghiera per le vocazioni. La sua commemorazione liturgica ricorre il primo giugno.

Statua monumentale di sant’Annibale

installata nel giugno 2010 nella parte esterna della basilica vaticana,

a fianco dell’Arco delle campane

Il miracolo per la canonizzazione

Ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione. Nel caso di Annibale Maria Di Francia, il secondo miracolo che la Chiesa ha riconosciuto avvenuto per intercessione di padre Annibale Maria è stata la guarigione di una bambina filippina, Charisse Nicole Diaz, guarita nel 1993 da una meningite batterica resistente agli antibiotici.